Ennio di Lalla sfrattato dai rom: “Hanno svuotato tutto, casa ridotta a una latrina”

Sfrattato dai rom mentre stava dormendo dal fratello, Ennio di Lalla ha raccontato in che condizioni ha trovato la casa dopo 23 giorni di occupazione.

Sono stati momenti di sconforto e sgomento quelli vissuti da Ennio di Lalla, l’uomo di 86 anni sfrattato dalla sua abitazione da un gruppo di rom che, la notte del 13 ottobre, gli ha occupato la casa: al suo ritorno ha trovato un ambiente irriconosciile con centinaia di sigarette, cera sciolta e mobili non suoi.

Ennio di Lalla sfrattato dai rom

Intervistato dal Corriere della Sera, l’uomo ha fornito un dettagliato racconto delle condizioni in cui ha trovato la sua abitazione dopo 23 giorni di occupazione. Il suo incubo era infatti iniziato il 13 ottobre, giorno in cui, dopo aver fatto un Ecg e altri esami in ospedale e aver passato la notte dal fratello, si è trovato la casa occupata. “Mi ero accorto che la chiave non entrava e la serratura era stata cambiata: quando i Carabinieri hanno suonato il campanello si è affacciata una signora con accento straniero con un bimbo in braccio e un dogo“, ha spiegato. Sul cirofono c’era già il suo nome così come sulla buca delle lettere.

Soltanto dopo 23 giorni è riuscito a riprendere possesso del suo appartamento ma si è trovato davanti una situazione indecente. “C’erano centinaia di sigarette spente sul tavolo, la pipì del loro cane sparsa dappertutto, la cera delle candele sciolta sul pavimento e sopra i mobili“, ha affermato. In così pochi giorni, ha aggiunto, i rom hanno perfino il tempo di traslocare tanto che ha trovato un televisore che non era mio e delle nuove tende in salotto.

Ennio di Lalla sfrattato dai rom: “Hanno svuotato tutto”

E ancora: “Hanno svuotato tutto, comprese le vetrinette dove tenevo gli orologi e i 60 accendini d’oro. Dai muri hanno staccato pure le tele di Domenico Purificato, il pittore era un amico di famiglia“. Per farsi spazio, hanno ammassato tutto nel suo studio dove spera di ritrovare i centinaia di film in Vhs e le madonne di gesso che comprò con sua madre a Lourdes, a Fatima, a Medjugorje.

Ah dimenticavo: le scarpe, i vestiti, le piante sul balcone sparite. Ci sarebbe pure un arco con le frecce degli Indios dell’Amazzonia: una volta arrivai fin là“, ha concluso.

Scritto da Debora Faravelli

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