Elsa Fornero, dopo aver definito gli italiani mangiaspaghetti e fannulloni, dice che i giovani sono troppo schizzinosi nella ricerca del lavoro.
Sembra un ministro del 700 scelta da un sovrano assoluto (appunto)
Siamo qua a commentare l’ennesima dichiarazione fuori luogo e sgradevole del ministro Elsa Fornero, una che ci sta abituando alle parole in libertà e all’insulto gratuito. Così, dopo aver definito i loro genitori “magiaspaghetti” e “fannulloni”, la nostra se l’è presa con i giovani: sono choosy, ha detto in inglese, ché l’italiano probabilmente le appare troppo nazionalpopolare, insomma schizzinosi, alla ricerca del lavoro perfetto, come del resto avevano già argomentato il premier e la collega dell’interno Cancellieri.
Qualcuno dirà: vabbè, in fondo è solo una questione di forma, di difficoltà di comunicazione, al limite di scarsa sensibilità, ma finché lavora bene lasciamola stare. A parte che, se anche così fosse, Elsa Fornero ha già ampiamente dimostrato, nella sostanza, di essere uno dei peggiori ministri della storia repubblicana, responsabile di una riforma delle pensioni che ha creato a sua insaputa qualcosa come trecentomila esodati, un disastro che sarebbe apparso imperdonabile in qualsiasi altro paese del mondo civile.
Ma il punto è che non si tratta di un difetto di comunicazione, di un semplice inciampo verbale archiviabile come innocua gaffe. Nel modo di esprimersi e di rapportarsi all’opinione pubblica della responsabile del Lavoro, e più in generale di tutto il governo, si avverte un rovesciamento delle regole e dell’etichetta democratica. La Fornero sarebbe dovuta nascere due – tre secoli prima, come ministro di un sovrano assoluto. Un ministro che deve rispondere solo a Dio, al re e al massimo al ristretto elettorato chiamato a eleggere il parlamento, e ha il compito di governare il popolo come si fa con un asino riottoso, con la carota e soprattutto col bastone.
Ché il volgo, lasciato a se stesso, sarebbe incapace di organizzarsi e vivere una vita ordinata.
In una logica democratica invece, un ministro è un servitore del popolo, qualcuno che in suo nome decide di amministrare la cosa pubblica al meglio delle proprie possibilità, cercando di interpretare la volontà e i desiderata dei cittadini, che vengono concepiti non più come una moltitudine incolta e disordinata da comandare a bacchetta, ma come i detentori ultimi della sovranità, i propri referenti, in una parola ancora più semplice: i propri datori di lavoro.
Quelli a cui, in ultima analisi, spetta il giudizio finale sull’opera di governo, al momento delle elezioni, dove si può venire promossi o bocciati.
Ma, è vero, Fornero è stata nominata da un presidente della Repubblica che, per citare i pm di Palermo, ha confuso il proprio ruolo con quello di un sovrano assoluto. Del resto lei è troppo choosy per farsi giudicare dal popolo.
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