Elena Santarelli vs gli haters: “Non ho lucrato sul tumore di Giacomo”

Elena Santarelli torna a lavorare come opinionista ad Italia Si. La showgirl racconta in diretta gli attacchi subiti da parte degli haters.

Elena Santarelli non ne può più degli haters. Stremata dalle quotidiane accuse su instagram racconta come giorno per giorno combatte contro la malattia di suo figlio.

Elena Santarelli contro gli haters

Durante la diretta di Italia Si, programma del sabato mattina di Rai 1 condotto da Marco Liorni, Elena Santarelli è scoppiata in uno sfogo contro gli hater che da mesi la prendono di mira. Esattamente da quando la notizia della malattia del figlio è diventata di dominio pubblico. Da quel momento Elena è sommersa da insulti e critiche, che sui social network aumentano a vista d’occhio. Il fenomeno degli haters, detti anche leoni da tastiera, è un fenomeno ormai conosciuto ma non per questo più facile da gestire. Risalire all’identità di chi commenta è spesso complicato e il più delle volte le ricerche finiscono con un buco nell’acqua. Anche per questo motivo Elena Santarelli ha voluto gridare basta, per sensibilizzare il pubblico da casa su questo argomento e smuovere le coscienze di chi da dietro un computer è pronto a puntare il dito.

Sono una mamma di 37 anni, con due meravigliosi bambini”, ha dichiarato Elena, “Da un anno e due mesi tengo strettissima la mano di mio figlio per accompagnarlo in una battaglia che non è solo la mia, ma quella di tante famiglie in tutto il mondo. A mio figlio è stato diagnosticato un tumore cerebrale. A parte la tristezza e il senso di vuoto dei primi mesi, con mio marito e la mia famiglia abbiamo affrontato questa lotta con tanta forza e con il sorriso. Mi ritengo fortunata nonostante tutto. Ma ogni sabato, da quando ho ripreso a lavorare, sono presa di mira dagli haters: sono persone che odiano, non che invidiano o sono gelose, che odiano semplicemente. Persone per cui è facile andare a insultare nella pagina di un personaggio famoso.

santarelli

Elena Santarelli: “Non piango in tv”

Per molto tempo Elena non ha fatto parola di questa spiacevole situazione, preferendo lasciar correre, non regalando energie a persone il cui unico scopo è odiare. Molti attraverso i social hanno interpretato il suo silenzio come un atto di menefreghismo, accusandola addirittura di non provare amore per suo figlio. Un utente in particolare accusa direttamente la Santarelli di non aver mai postato una foto del figlio Giacomo, affetto da tempo da un tumore cerebrale. A queste accuse Elena finalmente risponde:

Non ho mai fatto vedere la foto di mio figlio senza capelli, sarebbe stato troppo facile! Non sono mai andata in televisione a piangere dalla mattina alla sera. Sono andata una volta per fare chiarezza e spiegare, e ho fatto un’intervista al Corriere, e sempre comunque per aiutare la ricerca, quando Bobo Vieri ha sposato la nostra ricerca. Se non promuovo io questa iniziativa, chi dovrebbe farlo? Sono convinta di essere una bravissima mamma come ce ne sono tante lì fuori, sono stanca di sentirmi dire con parole pesanti (“poco di buono”, per dirne una) di non andare a lavorare per stare con mio figlio. Sono mesi ormai.

Spiega poi il motivo per cui ha deciso di tornare a lavorare e come abbia dato sempre la priorità al tempo passato con i figli. ‘‘Ricordo poi che esiste la legge 104, che autorizza le persone a chiedere delle ore libere dal lavoro per stare vicini ai famigliari. In quanto artista non ho diritto a questa legge, ma ho diritto a usare il cervello che ho: ho accettato questo lavoro proprio perché mio figlio è entrato in un regime di chemioterapia in day hospital e non più in ricovero. Lui può farla nei giorni durante la settimana dal lunedì al venerdì, altrimenti non avrei mai accettato questo lavoro di sabato.” In trasmissione è poi intervenuta il vicequestore della polizia postale Barbara Strappato, che ha spiegato come fare per difendersi dagli attacchi online di queste persone, invitando a non lasciarsi intimidire e denunciare i fatti alle autorità. Spiega che l’iter non è dei più facili e le indagini possono essere talvolta complesse:”Possono essere rintracciati, anche se le attività investigative sono complesse. Noi ci proviamo con tutte le indagini tradizionali e tecniche possibili, fino a quando riusciamo a trovarli”.

Scritto da Alice Sacchi

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