E’ vero Afef, Gomorra Š una vergogna per l’Italia intera

Non ho mai sostenuto il cinema italiano perchè lo reputo di sesta classe, ma oggi sembra quasi impossibile non difenderlo. Non ho ancora avuto modo di vedere Gomorra, ma lo farò presto. Indipendentemente dal fatto che ne parlino bene questo film è portatore sano di un messaggio, e come tale andrebbe preso.

Mi spiego meglio: anche se tecnicamente fosse qualcosa in stile Vacanze di Natale porterebbe comunque con sè un fine extra-cinematografico. Gomorra è utile perchè fa parlare di sè, ed è questo l'importante, visto che la proiezione si accompagna a tematiche che meritano attenzione. Il fatto che sia bello è un valore aggiunto.

Afef – di professione… di professione… di professione… vabbè – invece non la pensa così, perchè un film come questo fa male all'Italia. Eggià, ci dipinge un po' malino. Noi che siamo così fashion, Afef, ne usciamo proprio male.

"Non c'è un film che faccia vedere una cosa positiva italiana", ha detto la nostra amata. Aggiungendo una chicca: "E' giusto che si facciano film come Gomorra e Il Divo, che sono critici ma fanno vedere la nostra realtà. Però vorrei che i nostri panni sporchi si lavassero in casa. Vogliono sempre farci vedere come delinquenti, incapaci, immondizia appena abbiamo qualcosa che non va la stampa estera si diverte, e a me non mi va".

A parte che c'è da capire se Afef abbia detto veramente a me non mi va, cosa possibilissima, o se piuttosto il giornalista in questione sia un po' impacciato con l'italiano, ma il vero capolavoro su cui puntare l'attenzione è quella frase sui panni sporchi che si lavano in casa.

Ah, cara Afef, che caduta di stile. E io che ti ricordavo così angelica, quella volta, in un ristorante in Sardegna. Sì, sì, ricordo bene. Eccome. Mentre io mangiavo tu parlavi con il tuo uomo ed altri amici. Però non ti nutrivi, non guardavi in viso i commensali, eri occupata a carpire gli sguardi dei tanti turisti che passeggiavano sul lungomare e che scorgevano estasiati la tua figura messa lì in vetrina dai proprietari del ristorante. Chissà quanti pensieri.

Quel giorno, tu, Afef, hai donato agli italiani rosiconi un sogno. Il nostro sogno italiano, quello che non ci fa mai vergognare all'estero. Il sogno dell'invidia e dell'apparenza. Ecco, questa è una tematica da film italiano, che in realtà i Vanzina hanno già trattato in abbondanza; al prossimo Festival di Cannes sono loro che dovrebbero meritarsi un posto. Per il cast c'è tempo. 

Scritto da Style24.it Unit
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