Una strana coppia, un’indagine rischiosa, tante risate
È incredibile come la pubblicistica cinematografica tenti di cavalcare l’onda di un successo persino quando il collegamento tra la nuova pellicola da presentare e quella che dovrebbe fare da traino è costituito solo e semplicemente dalla presenza dello stesso attore protagonista.
Nel caso di Due agenti molto speciali (titolo italiano del più puntuale De l’Autre Côté Du Périph, vedremo presto perché) l’interprete è l’Omar Sy che è stato al centro del caso Quasi amici, film francese che ha sbancato il botteghino in patria e nel mondo, ma che non è riuscito ad arrivare alla notte degli Oscar.
Affiancato da Laurent Lafitte, l’istrionico gigante di colore ritorna in una pellicola che sembra essere palesemente un omaggio alla tradizione dei buddy movie, ovvero quei film, quasi sempre commedie-polizieschi, in cui si viene a formare forzosamente una strana coppia composta da un membro ordinato, preciso, ligio e rispettoso delle regole, appartenente al mondo dell’alta civiltà borghese e uno scavezzacollo, impetuoso, intuitivo, ribelle, al di sopra dei regolamente e delle costrizioni sociali, figlio illegittimo della periferia più malfamata.
Sy, nei panni del poliziotto Ousmane Diakité, si rifà all’Eddie Murphy di Beverly Hills Cop mentre l’ispettore capo Francois Monge (Lafitte) prima si rifugia nella più esasperata parodia del burocrate delle forze dell’ordine, ma poi, una volta presa fiducia in se stesso e nelle sue capacità, si rifà al Jean-Paul Belmondo dei noir degli anni 70.
I due dovranno investigare sul caso dell’omicidio della moglie del più importante sindacalista del Paese, rinvenuta senza vita in un cassonetto della spazzatura nella banlieue parigina.
L’atroce delitto avviene proprio nel momento in cui forti contrasti sociali stanno sconvolgendo la Francia. Chiaramente il misfatto non è casuale e potrebbero esserci poteri occulti a manovrare le fila dell’indagine…