Dario Fo insulta Brunetta e Schifani ed è polemica:battute in radio

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“E’ volgare, razzista e minus habens” – dice il Pdl del Premio Nobel.

Ma analizzando, tralasciando la facile polemica che aiuta il gruppo a dare di sé un’immagina ancora più santificata, la volgarità, l’ignoranza e la pretestuosità sono altrove

Angelino Alfano, segretario del Pdl verso il quale si sono indirizzati gli strali satirici di Dario Fo, ha polemizzato, assieme all’intero gruppo berlusconiano, dichiarando:

Le dichiarazioni di Dario Fo, dal contenuto spregevole, colpiscono per la gratuita volgarità di un personaggio che, evidentemente, è ben lontano dal senso alto della politica e offende impunemente, credendo di divertire come durante uno spettacolo di cabaret di scadente livello.

In realtà, offende solo se stesso, la sua storia e la sua professionalità“.

E qui casca il gruppo di somari tutto, per giunta in cattiva fede.

L’occasione del dire è l’intervista fatta al Premio Nobel su Radio 24 in merito al toto ministri: chi e di quale schieramento verrà piazzato dove per realizzare l’agognato, utile quanto sofferto, Governo d’emergenza? Noi elettori di sinistra (quella vera) dotati di senno ci tappiamo momentaneamente il naso (attenti: non dormiamo), consapevoli delle difficoltà che vive il Paese, che ci colpiscono personalmente, speranzosi che un lavoro veloce e ben fatto possa riportare alle elezioni.

Ma non abbiamo dimenticato, anche se non andiamo a sbraitare in piazza, chi siano Brunetta, Alfano, Berlusconi.

Questi mascalzoni, che nei giorni della bufera si dipingono come santi e responsabili salvatori nelle dichiarazioni televisive, hanno sul groppone una colpa palese e indimenticabile.

Brunetta che giura da ministro? La prima cosa che faccio è cercare un seggiolino per poterlo mettere a livello, all’altezza, della situazione. Oppure, meglio una scaletta, così se la regola da se.

Dargli un seggiolino o una scaletta sarebbe una gentilezza che si fa a Brunetta, e alla società, per non avere l’angoscia di vedere qualcuno che non ce la fa. Il cervello di Brunetta quello sì che è ancora più piccolo” – ha dichiarato Fo sull’ex Ministro della Pubblica Amministrazione, habitué di ignobili uscite sul mondo del precariato, aggiungendo a proposito di Alfano – “Schifani al governo? Il suo cognome è onomatopeico, dentro il suo nome c’è già tutto, il rifiuto e il senso di angoscia e di repulsione per queste persone.

Con questi al governo, mi hanno copiato delle scene intere del Mistero Buffo“.

Cosa fa il guitto Fo? Utilizza gli stilemi propri della Commedia dell’arte, della quale è stato il grande riscopritore, di cui sono esempi proprio l’ironia sulla deformazione corporea (che nella commedia si fa maschera) e il gioco dell’onomatopea. È critica (che sempre deve vivere) colta e non bifolca, come si è voluto far credere.

A parlare, inoltre, è un uomo e non un politico in carica (e qui ricordiamo, per chi lo avesse dimenticato, le battute pubbliche e disdicevoli del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi su donne esponenti politiche ree di non essere belle).

Chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Evidentemente è ciò che è capitato a Dario Fo, premio Nobel. Si supponeva fosse un uomo colto, invece insulta, colpendoli sul piano personale e non solo, i capigruppo Pdl, Brunetta e Schifani. Battute, le sue, del tutto prive di spirito, degne di uomini ignoranti e beceri – ha incalzato in una nota la parlamentare del Pdl Daniela Santanchè – Fo oggi più che mai si accompagna benissimo con l’ex comico Grillo che in questi giorni, trovandosi ormai ai margini del palcoscenico politico, tenta di riportare la luce dei riflettori su di sé attraverso un linguaggio osceno e volgare” – ed ecco che l’accusa di costume si fa colpa politica, come prevedibile…

Ci vergogniamo per lui. Inutile aggiungere altro” – ha concluso Angelino Alfano, al quale mi sento di rispondere:

Mi vergogno io per voi che una volta di più distogliete l’attenzione dal serio per colpevolizzare la necessaria critica dell’arte, che non dimentica.