Cover di Paolo Jannacci a Sanremo: perché ha scelto il brano del papà

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Arriva per la prima volta all’Ariston Paolo Jannacci, celebre figlio d’arte.

Per Sanremo 2020 porterà il brano “Voglio parlarti adesso”, che “nasce una promessa istintiva, forte, sincera ed estremamente umana. La promessa di essere sempre presente per mia figlia e pronto ad aiutarla, nonostante le proprie fragilità ed insicurezze. La canzone descrive l’esigenza di strappare alle stagioni della vita, un piccolo momento immortale”. Per la serata di giovedì 6 febbraio presenterà una cover speciale che porta la firma del padre Enzo: Paolo Jannacci canterà “Se me lo dicevi prima”.

La cover di Paolo Jannacci

Da adolescente non sono mancati gli screzi con il padre, ma ora lo onora con un omaggio speciale. Enzo Jannacci è deceduto nel 2013 e per ricordarlo il figlio canterà “Se me lo dicevi prima”, presentato a Sanremo nel 1989.

Cantare questo brano a Sanremo è per Paolo Jannacci “una grande emozione”, soprattutto “su un palco così importante”. Ricorda perfettamente quando il padre ha cantato questa canzone all’Ariston: “Nel 1989 ero a Sanremo e guardavo con apprensione mio padre esibirsi e raccontare ai ragazzi di non buttarsi via con l’eroina“. Sulla sua scelta ha aggiunto: “Oggi ho l’occasione di portare nuovamente questo messaggio e penso che il papà ne sarebbe fiero.

Dedico questo brano a tutti quelli che fanno fatica, a coloro che sono caduti o che rischiano la vita per gli altri e per rendere il nostro paese un posto migliore”.

“Se me lo dicevi prima”: il testo

Eh, eh, eh, ma se me lo dicevi prima
Eh, se me lo dicevi prima
Come prima
Ma sì se me lo dicevi prima
Ma prima quando
Ma prima no
Eh, si prendono dei contatti
Faccio una telefonata al limite faccio un leasing
Se me lo dicevi prima
Ma io ho bisogno adesso, sto male adessoMa se me lo dicevi prima ti operavo io
Ma io ho bisogno di lavorare io sto male adesso
Eh sto male e sto bene macché il lavoro e mica il lavoro
Posso mica spedirti un charter
Bisogna saperlo prima che dopo non c’è lavoro, prima, capito
E allora è bello
Quando tace il water
Quando ride un figlio
Quando parla Gaber
E allora sputa su chi ti eroina
Perché il mondo sputa
Proprio quando nasce un fiore
Perché iniettarsi morte
è ormai anche fuori moda
Perché ce n’è già tanti che son venuti fuori
Oh, sei ancora qua
Vabbé, quanto sei alto
Uno e novanta
Eh eh eh non vai bene
Come non vado beneNon vai bene
Se me lo dicevi prima ti dicevo che noi abbiamo bisogno della gente giusta
Tra l’1,60 l’1,60, tra l’1,60, capito
Cioè ho capito che quando uno sta male deve arrangiarsi da solo
E allora sarà ancora bello
Quando ti innamori
Quando vince il Milan
Quando guardi fuori
E sarà ancora bello
Quando guardi il tunnel
Che è ancora lì vicino e non ci credi ancora
Ne sei venuto fuori e non ci credi ancora
E ci hai la pelle d’oca e non ci credi ancora
Ti sei sentito solo
In mezzo a tanta gente
Sì ma guarda che di te e degli altri
A questa gente
Non gliene frega niente
E allora sarà ancora bello
Quando tace il water
E sarà anche più bello
Quando scopri il trucco
E allora sarà bello
Quando tace il water
Quando spegni il boiler
Quando guardi il tunnel
Quando, quando senti il sole.