E anche quest’anno c’è di che parlare scuotendo la testa con disapprovazione
“Questo è il budello che uso io, che toglie le malattie dal mondo.
Prendetene e usatene tutti, fate questo, sentite a me“.
È così che ieri pomeriggio il gruppo abruzzese dei Management del dolore post-operatorio inaugura la propria performance sul palco del Concerto del primo maggio, che come ogni anno si svolge in una gremita piazza San Giovanni di Roma.
Il cantante Luca Romagnoli, dotato di una chierica monacale, solleva sulla folla festante un preservativo a mò di ostia, recitando nel frattempo una sorta di rito blasfemo dell’eucarestia che, invece di ricordare il sacrificio di Cristo e il miracolo della transustanziazione, ammonisce i giovani ascoltatori sui rischi delle malattie sessualmente trasmissibili e sullo strumento deputato alla prevenzione (quasi totale) di tali possibilità nefaste.
Parte poi la canzone Pornobisogno seguita da Norman, dedicata al giovane studente universitario dallo stesso nome suicidatosi perché stanco della corruzione e del nepotismo imperanti nell’ambiente scolastico. Dovrebbe essere il turno di un terzo brano, ma alla Rai pensano che lo scandalo sia stato sufficiente e decidono bene di staccare la corrente elettrica prima, di interrompere la diretta con la pubblicità poi e di cacciare infine la band tramite intervento della security.
Romagnoli fa però in tempo a tirar giù i pantaloni mostrando a tutti in che luogo dovrebbe essere applicato il condom di cui parlava prima.
Tristezza a palate, quindi, per un copione che ricorda quanto successe agli Elio e le Storie Tese nel 1991, quando anche la loro esibizione venne oscurata allo stesso modo nel momento in cui venne recitata una lista di parlamentari coinvolti in illeciti.
Ovviamente è arrivata anche la dichiarazione ufficiale di Marco Godano, l’organizzatore dell’evento voluto dai sindacati, che precisa la propria estraneità rispetto a quanto successo:
“Mi dissocio duramente per la violenza e la scorrettezza che perseguiremo anche per vie legali confermando ancora una volta che laddove gli artisti non sanno autoregolamentarsi, per quanto ci riguarda, non sono degli artisti in linea con lo spirito del concertone.
Sottolineo inoltre come questi atteggiamenti stridano con i temi culturali, artistici e sociali che questo palco rappresenta. Infine trovo che sia uno schiaffo alla compostezza e alla passione che ci arriva da centinaia di migliaia di spettatori”.
Questa invece la risposta del gruppo dopo le polemiche:
“Il Management del Dolore Post–Operatorio non è contro lo spirito del ‘concertone’ del Primo Maggio, il lavoro fa parte della vita e siamo convinti che garantire una vita in salute sia un diritto fondamentale nel rispetto della dignità dell’uomo.
Nelle canzoni che abbiamo eseguito – Pornobisogno e Norman – raccontiamo storie che guardano in faccia scomode realtà, affrontando i problemi del lavoro, della salute, dei comportamenti sociali.
In merito alla scelta performativa, percepita come ‘fuori luogo’ dal contesto del Primo Maggio, ci dispiace se qualcuno si è sentito offeso o infastidito e ce ne scusiamo; non volevamo toccare sentimenti religiosi di nessuno, perché la nostra unica intenzione era quella di lanciare un messaggio e far riflettere sulle grandi sofferenze e ingiustizie della vita, sensibilizzare i giovani a utilizzare il preservativo per avere rapporti sicuri ed evitare di contrarre malattie.
Oggi in tutto il mondo si muore ancora anche per l’hiv.
L’interruzione brusca dell’audio dovuta ai ritardi e a un disguido con l’organizzazione ha causato le nostre istintive reazioni di protesta. Non avendo più audio nel microfono e quindi impossibilitato a comunicare con la piazza, mi sono sentito censurato.
Per la successiva situazione di caos creatasi sul palco, ci rammarichiamo con i ragazzi dello staff che hanno gentilmente e professionalmente lavorato con noi e per noi.
Appena scesi dal palco abbiamo ricevuto una telefonata dalla famiglia di Norman, che commossa ci ha ringraziato per aver ricordato il dramma del loro figlio morto suicida. Le loro parole ci hanno restituito la gioia che qualcun’altro, subito dopo l’esibizione, ha cercato di toglierci.
Ringraziamo tutti gli artisti e gli addetti ai lavori del mondo dello spettacolo che in questo momento ci stanno contattando privatamente per dimostrarci la loro solidarietà“.
Foto: You Tube