Parte “Resto Umile World Show”. Meglio il Varietà “educato” di Fiorello o lo show “screanzato” di Zalone? Il televoto è l’anima della tv (e della critica peggiore)
Fiorello o Checco Zalone?
E’ in arrivo un altro lacerante tormentone.
Meglio il Varietà “educato” del lunedì o lo show “screanzato” del venerdì? (Resto Umile World Show, da domani su Canale 5).
Se la Pubblicità è l’anima del commercio, la Pubblicità comparativa lo è della Tv!
Per i telespettatori è una settimana di lusso all’insegna dell’entertainment intelligente con due appuntamenti comici imperdibil.
Per i talk show e i Giornali è un altro dualismo artificioso su cui speculare.
Dopo lo sterile antagonismo tra satira e comicità montato su Fiorello che ha spostato l’attenzione critica dalla qualità televisiva alla vacua polemica sulla funzione politica del piccolo schermo.
Viva Corrado Guzzanti e Luttazzi, ora e sempre.
Ma Stanlio & Ollio, Buster Keaton e Alberto Sordi, che non hanno mai fatto satira politica, li buttiamo nel cesso?
Televoto: meglio una serata con Sabrina Guzzanti che imita la Annunziata o con Totò?
La tv generalista vive di Pubblicità comparativa ingannevole, come quella tra la pasta Plasmon e Barilla di cui scrivevo ieri.
Confronta “prodotti” diversi costringendoci a ragionare di stupidaggini per mesi e mesi!
Esattamente come la réclame ingannevole mette assieme banane e pere, perché sempre frutta è. Invece di pere e pere e banane e banane.
E via così al confronto tra Fiorello e Zalone perchè casualmente vanno in onda nella stessa settimana.
Una volta ho letto il post di un illustre critico che si interrogava: è più bravo Arbore o Boncompagni?
Sfuggiva il senso del dilemma degno di una eliminazione nella casa del Grande Fratello, visto che i due hanno condiviso un’esperienza in radio ma poi hanno fatto percorsi del tutto diversi.
Ma va così: anche gli intellettuali, coscienza critica della nazione, si trastullano con queste amenità da Buona Domenica.
L’asfittica logica duale della Pubblicità comparativa ha ormai esondato dalla Tv e ci ha allagato i neuroni.
Il telegiochino della Marcuzzi e di Barbara D’Urso ha sterilizzato la critica: Pasolini si rivolta nella tomba.
E la tv ci fotte ogni giorno non perchè censura la satira, ma perchè ci deforma i cervelli col televoto!