Caterina Balivo rinuncia al Gay Pride: “Non sono omofoba”

Olga Luce

Olga Luce, nata a Napoli nel 1982, è diplomata al liceo classico. Scrive di cronaca, costume e spettacolo dal 2014. Il suo motto è: il gossip è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo (quindi tanto vale farlo bene)! Ha collaborato con Donnaglamour, Notizie.it e DiLei. Oggi scrive per Donnemagazine.it

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Caterina Balivo è stata al centro di una lunga serie di contestazioni in occasioni del Pride di Milano, del quale la presentatrice avrebbe dovuto essere madrina.

Dopo l’annuncio della sua partecipazione in una veste così simbolica per la manifestazione, la comunità LGBT+ si è ribellata e ha protestato fino a che la Balivo, accusata di affermazioni omofobe è stata letteralmente lasciata a casa. La versione dei fatti raccontata da Caterina è molto differente, e la situazione sembra addirittura capovolgersi: la comunità gay milanese si è macchiata di discriminazione?

Caterina Balivo: “Frasi decontestualizzate”

Non ci sta Caterina Balivo, volto notissimo della nostra televisione e professionista molto stimata dai suoi colleghi: dopo la brutta vicenda del Pride la conduttrice ha deciso di rendere nota la propria delusione per come si sono svolti i fatti.

Ad aver ferito profondamente Caterina sono state proprio le accuse di omofobia che arrivano, dal suo punto di vista, come un fulmine a ciel sereno. Nella sua vita attuale, infatti, la presentatrice ha moltissimi amici gay, partecipa felicemente a matrimoni gay e si sentiva perfettamente integrata nella comunità LGBT+ fino a che i focolai di protesta non sono arrivati fino al palco del Pride, da cui lei è stata esclusa prima ancora di poterci salire.

A far scattare la polemica sarebbero state, sempre secondo la versione della Balivo, due frasi omofobe che la presentatrice pronunciò anni fa, una delle quali in ambito strettamente privato. L’altra, quella in merito a Vladimir Luxuria, è definita da Caterina come un’uscita infelice”.

Secondo la Balivo, quindi, nessuna di quelle due frasi avrebbe dovuto essere presa in considerazione con tanta serietà da offuscare una condotta di vita assolutamente non omofoba.

A riprova del fatto che l’accusa di omofobia sia completamente infondata, la Balivo ha voluto precisare di avere moltissimi amici omosessuali e che il primo matrimonio a cui suo figlio ha preso parte vedeva l’unione di una coppia di uomini. Oltre a questo, pare che le amiche di Caterina si lamentino sempre (scherzosamente) che la presentatrice non abbia amici etero da poter presentare alle amiche single, cosa che renderebbe la Balivo piuttosto inutile nella ricerca di un partner.

“Discriminata dalla comunità LGBT+”

La comunità LGBT+ si caratterizza principalmente per la sua tolleranza e per la sua inclusività. Addirittura la sigla è stata recentemente completata da un “+” che intende rendere giustizia a tutte le etichette che nascono in continuazione per definire i diversi orientamenti sessuali e che non sarebbe possibile indicare senza rendere la sigla impronunciabile.

Proprio il principio di inclusività, secondo Caterina Balivo, è stato ignorato quando la comunità ha dovuto prendere in esame la sua candidatura a madrina dell’evento.

Mancando l’inclusività, la tolleranza e il desiderio di comprendere quale fosse la verità al di là delle apparenze, Caterina ha affermato di essersi sentita profondamente discriminata e ha spiegato al Corriere Della Sera di aver accettato di buon grado il comunicato ufficiale con cui l’organizzazione della manifestazione ritirava la sua candidatura a madrina ufficiale del Pride milanese. Per dimostrarlo ha deciso di scrivere un messaggio pubblico sui social in cui ha manifestato la volontà di continuare a portare avanti il proprio impegno in difesa dei diritti civili e contro la discriminazione.

Nelle intenzioni di Caterina la faccenda però non si conclude così: la presentatrice ha intenzione di invitare in TV chi l’ha accusata per un confronto televisivo diretto, che possa far luce definitivamente sulle incomprensioni che hanno oscurato l’armonia del Pride.