Calzedonia e inno di Mameli: il regista di “Tre metri sopra il cielo” offende la Patria italiana!

Giusto ieri sera, guardando la pubblicità televisiva con la consueta disattenzione, rivedevo l'ultimo spot Calzedonia (video in alto).

Quello commentato dall'inno di Mameli rivisto dal regista Luca Lucini, già complice di Federico Moccia in Tre metri sopra il cielo.

Qualcosa di particolare mi distraeva dalla mia distrazione, istintivamente.

"Bello- pensavo-, davvero il più bello degli ultimi mesi!".

Mi sembrava un omaggio poetico ed intelligente al mondo femminile.

I giornali di oggi mi costringono ad approfondire un giudizio dato al volo: leggo infatti che vari politici vorrebbero vedere Lucini e il suo spot tre metri sotto terra!

E, con lui, il musicista Francesco Vitaloni, che ha elaborato l'inno in un modo considerato "sacrilego".

Romano La Russa, coordinatore provinciale milanese del Pdl, tuona:

Non si può svilire l'inno di Mameli per vendere delle volgarissime calzamaglia da donna. Dopo l'attentato di ieri a Milano, tornare a casa ancora scossi e preoccupati per quanto è successo e vedere in televisione quello spot è come essere umiliati e offesi una seconda volta.

Oggi più che mai è necessario ritrovare l'orgoglio e il rispetto dell'essere italiani, di appartenere ad una nazione e ad una cultura che vanno difese. L'inno nazionale e' un simbolo di questa unità, dell'italianità, rappresenta il sacrificio di tanti italiani, uomini e donne che si sono immolati per la Patria. Lo si canta con gioia in occasione di eventi sportivi e con profonda tristezza quando accompagna i nostri militari caduti per la pace.

Invito l'Authority delle Telecomunicazioni a far rispettare la legge e ritirare lo spot che insulta l'inno, che insieme alla nostra Costituzione e alla bandiera è un emblema dello Stato.

La Russa, il sottosegretario al Lavoro, Pasquale Viespoli, il presidente della Provincia di Savona, Angelo Vaccarezza e i tanti politici che hanno condiviso la condanna, conoscono di certo poco la pubblicità americana (e lì sono veri patrioti!) che usa la bandiera e l'inno nazionale per smerciare porcherie di tutti i generi.

Oltre oceano hanno un sentimento di identità nazionale così forte che favorisce queste licenze.

In Italia, invece, si continua a perpetuare il mito che l'unità nazionale ed il senso di appartenenza all'Italia lo debba sviluppare la Tv.

Mike Bongiorno, recita la solfa, "ha insegnato a parlare italiano ad una nazione in cui esistevano millle dialetti bla bla bla" ed è un eroe al pari di Garibaldi!

In uno spot che rappresenta in modo delicato l'universo femminile, che identifica i valori di Vittoria e Italia con nomi di donna, per sottolineare l'importanza delle donne nella società, si vede un oltraggio alla Patria.

"Un futuro rosa", recita il claim della nuova campagna realizzato da Saatchi & Saatchi.

Appunto.

Quello che manca il questa polemica di carta, è il parere "rosa" di una donna!
Scheda dello spot.Ideato dalla Saatchi & Saatchi e girato a Roma da Luca Lucini. Art director Micaela Trani, copywriter Antonio Gigliotti, direzione creativa di Agostino Toscana e Alessandro Orlandi.
Elaborazione dell'Inno di Mameli di Francesco Vitaloni, registrazione Sing Sing Studio.
Casa di produzione: FilmMaster.

Scritto da Style24.it Unit

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