Bhagwan Shree Rajneesh, chi è il guru indiano Osho

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Nel mondo dei social network non fanno altro che impazzare stralci, citazioni o aforismi, riferiti alle perle di saggezza del guru indiano Osho.

Turbante in testa, barba crespa e incolta, sorriso beato e occhi benevoli: ecco come è stato ritratto spesso il guru in molte fotografie. Un maestro di vita che ha fatto della consapevolezza e della ricerca del Sè, la sua ragione di vita. Ma cosa si cela dietro al personaggio-guru che tutti ormai abbiamo imparato a conoscere? Chi era Osho prima di diventare Osho? Cerchiamo di scoprirlo insieme…

Bhagwan Shree Rajneesh

Non sono mai nato, mai morto, così il guru Osho ha sempre definito la sua “visita” sulla Terra compresa tra l’11 dicembre del 1931 ed il 19 gennaio del 1990. Iniziando la sua “visita” su questo pianeta in India, Osho ha poi iniziato molto presto i suoi viaggi in giro per il continente asiatico tenendo discorsi e organizzando dibattiti dal sapore provocatorio, puntando sull’importanza del risveglio dell’anima, della consapevolezza e del saper vivere nel qui e ora.

Uno spirito ribelle e libero che non ha mai avuto timore nell’esprimere quale fosse il suo pensiero e la sua visione del mondo, Osho disdegnava qualsiasi forma di credenza o sapere altrui. Non a caso, una volta divenuto celebre, ha fondato a Pune (India) un laboratorio di crescita che ad oggi si è evoluto in un vero e proprio Resort di meditazione.

La vera rivoluzione attuata da Osho con i suoi insegnamenti sta proprio nell’aver dato nuovi abiti all’arte del saper ascoltare (sè stessi e quindi gli altri) per avvicinarsi sempre più ad un equilibrio sereno col mondo circostante.

Come è possibile spiegare l’immane lavoro spirituale ed intellettuale affrontato da Osho? Probabilmente, la spiegazione più chiara è quella che vede come filo conduttore di tutti gli aspetti del suo lavoro, la combinazione tra la millenaria saggezza orientale e la visione scientifica occidentale moderna.

Io sarò contemporaneo tra duecento anni: e come dargli torto!

Guru

Il guru è solitamente visto come un maestro di vita che ci permette di riflettere su degli aspetti dell’esistenza o del nostro quotidiano su cui, in effetti, non ci eravamo mai soffermati.

Nel caso di Osho però, più che “maestro di vita” si può parlare di “maestro di realtà” perché attraverso i suoi insegnamenti, possiamo essere più tranquilli nel vivere il presente reale.

Riportando le parole che lo stesso guru pronunciò per spiegare quale scopo avesse il suo lavoro spirituale, si comprende ancor di più il motivo del suo “successo”: “Non sono un santo, non ho niente a che fare con la spiritualità.

Tutte quelle categorie per me sono irrilevanti. Non puoi assegnarmi a una categoria, non puoi incasellarmi. Una cosa soltanto si può dire, e cioè che tutto il mio lavoro è aiutarti a liberare quell’energia chiamata ‘intelligenza dell’amore’. Se l’intelligenza dell’amore inizia a scorrere, sei guarito. Il mio lavoro è riportare l’umanità al suo stato naturale. Verrò condannato, verrò criticato. Tutte le religioni, le tradizioni, le morali, i codici etici, mi condanneranno.

Non mi sorprende affatto! Me lo aspetto, perché ciò che dico e faccio sta cambiando il corso stesso della coscienza umana.”