Berlusconi Vespa: perché Silvio è all’angolo

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Silvio Berlusconi alla presentazione del libro di Vespa dice tutto e il contarrio di tutto, ma il contesto intorno a lui sembra cambiato.

E anche i giornalisti una volta “terzisti” non sembrano più disposti a fragliene passare una

Alla presentazione ufficiale dell’ennesimo libro sotto le vacanze di Bruno Vespa, in pratica una specie di Porta a porta in trasferta, Silvio Berlusconi ha offerto uno spettacolo a dir poco imbarazzante, fino al punto da riproporre – tipo per la centesima volta in pochi mesi – Angelino Alfano come candidato premier. Poi, dopo averne fatto cadere il governo tecnico con critiche durissime, ha caldeggiato una candidatura di Monti a Palazzo Chigi o in alternativa una bella alleanza vecchio stile con la Lega Nord.

Sembrerebbero due percorsi opposti e inconciliabili, con Monti ti schieri per una politica di rigore filoeuropea e con la Lega per una campagna populista contro l’Euro, ma sono sottigliezze che non turbano il Cavaliere: a lui basta sbarcare in parlamento con una buona truppa di fedelissimi, con quali meccanismi e strategie per il Paese è secondario.

Solo che il panorama è cambiato e per Berlusconi il percorso si fa sempre più in salita.

Se n’è avuta una dimostrazione plastica anche ieri sera, quando durante la presentazione di cui sopra Massimo Franco del Corriere della Sera, il prototipo del giornalista cerchiobottista che negli anni del berlusconismo si è sempre ben guardato da una critica schietta e frontale alla destra made in Arcore, ha messo alle corde il Cavaliere, inchiodandolo alle sue dichiarazioni e pretendendo un po’ di chiarezza sulle parole in libertà dell’ex premier.

Scene mai viste prima, soprattutto con Vespa a sovrintendere.

È solo un esempio, ma il punto sta proprio qua: ampi settori della società italiana – come il giornalismo mainstream, gli industriali, la Chiesa cattolica – dopo aver sopportato in silenzio e sottomessi il berlusconismo, rendendosi almeno in parte complici del disastro che ne è conseguito, oggi non sembrano più disposti ad abbozzare. E allora per il Cavaliere il passo indietro diventa obbligatorio e, forse, scontato.

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