Beppe Grillo, Scalfari e la tv: perché il Movimento vince?

Beppe Grillo gode di una posizione televisiva e mediatica incomparabilmente superiore a quella di qualunque altro leader” dice Eugenio Scalfari. Ma è chiaramente una forzatura, specialmente se parliamo di tv

A parte prevedere disastri e apocalissi in caso di affermazione del Movimento 5 stelle, tema sul quale per ora non voglio soffermarmi (magari lo farò su Politica 2.0 dove da oggi comincio a scrivere), Eugenio Scalfari nel suo editoriale domenicale su Repubblica imputa alla televisione l’exploit politico di Beppe Grillo.

Sembrerebbe una contraddizione in termini, visto che il leader cinque stelle ha dichiarato da tempo guerra aperta al piccolo schermo, si sottrae alle telecamere e riempie di contumelie chiunque del suo movimento osi contravvenire all’embargo televisivo e presentarsi negli odiati talk show, dipinti come la grancassa del regime e l’arma (spuntata,  a suo dire) contro il cambiamento.

Ma Scalfari, riprendendo un ragionamento non certo originale, accusa la televisione di fare il gioco di Grillo, il quale scappa dalle telecamere ben sapendo che queste per reazione lo inseguiranno ancora di più, regalandogli un’attenzione mediatica spropositata. Il fondatore di Repubblica arriva addirittura a parlare di una visibilità “incomparabilmente superiore a quella di qualunque altro leader politico di oggi o di ieri”.

Ora, semplicemente, le cose non stanno così (e forse Scalfari si è già scordato di Berlusconi). È vero che il comico genovese è bravissimo a farsi desiderare e a catturare l’attenzione dei giornalisti, ma questo Grillo-Grande fratello che occupa tutti i teleschermi francamente non l’ha visto nessuno. Certo, ci sono trasmissioni che gli danno più spazio di altre, come quella di Santoro messa sotto accusa da zio Eugenio, ma buona parte dei programmi – in particolare i telegiornali – sono molto cauti nel dare visibilità al Movimento cinque stelle, e quasi sempre offrono un’informazione pregiudizialmente critica.

Insomma, l’exploit di Grillo non va certo cercato nella tv ma semmai, ormai dirlo è una banalità, nell’uso sapiente della Rete. E, credo, nel passaparola che si sta generando,che funziona pressappoco così: i giovani che stanno sul web informano quelli che non ci vanno (come genitori e nonni) e pian piano si va consolidando e rafforzando un sorta di luogo comune, di dato acquisito, secondo il quale l’unico a combattere davvero la casta sarebbe l’ex comico di Fantastico. Sia vero o no, qua sta il successo del Beppe nazionale, non certo in qualche minuto in più di Santoro o Mentana dedicato ai suoi comizi.

E poi ci mancherebbe altro che in televisione non si parlasse di quella che è ormai la terza forza politica nazionale. La censura, caro Scalfari, è inaccettabile e schifosa anche quando si abbatte contro i nostri avversari, non solo quando colpisce i nostri amici e le forze politiche per cui facciamo il tifo.

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Scritto da Style24.it Unit

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