Beniamino Placido, chi era costui?
Per conoscere il critico televisivo (e brillante conduttore di indimenticabili chicche del piccoo schermo) appena scomparso, raccolgo l'invito di Pietro Ricca a leggere sul sito della Repubblica tutti gli articoli che il letterato lucano ha scritto per la rubrica "A parer mio" .
Leggere le sue sottili, argute e stimolanti analisi di telespettatore coltissimo, forse non critico in senso stretto, è stato un piacere che ho coltivato per anni.
Mi ha "aiutato a pensare", per riprendere la felice definizione di Paolo Mauri de La Repubblica.
Ho recuperato e propongo di seguito un suo giudizio del 1991 sul personaggio televisivo che più amo, tanto quanto lo ammirava il grande Beniamino: Renzo Arbore.
…
Chi non crede in Dio non pianta alberi; diceva il mio illustre conterraneo Giustino Fortunato.
Volete assicurarvi un po' di ombra contro la calura estiva? Piantate un bell' albero, naturalmente. E' QUELLO che la nostra Rai-Tv sta facendo.
Questa settimana ha piantato dappertutto, dove poteva un bel Renzo Arbore. Dal latino arbor-arboris. A me personalmente fa sempre piacere. Il mio illustre compaesano (o quasi) Renzo Arbore è indubbiamente un' arbor felix (femminile in latino); un albero fruttifero, come quei latini (sempre loro) avrebbero detto. Per distinguerlo dall' arbor infelix, l' albero infruttifero. Che dobbiamo accuratamente evitare. Di piantare.
E così lunedì scorso abbiamo visto Renzo Arbore, ospite di Paolo Guzzanti (RaiTre) nella prima puntata di Fai la TV. E' stato bravissimo, ha detto una cosa bellissima. Sulla memoria, sul ricordo. Sulla nostra civilissima voglia di conservare qualche traccia fotografata, filmata di come eravamo.
Ha avviato una polemica sacrosanta contro la nostra benemerita Rai-Tv che cura male i suoi archivi, e lascia andare in rovina frammenti importanti della nostra memoria collettiva (la Rai-Tv ha risposto ufficialmente, lucidamente: sì-però-per quanto-giacché-comunque-conciossiacosaché)…
Continua a leggere
