Belen e Barbara D’Urso: tapiro a Striscia, vendetta contro censura

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Nuovo round del catfight targato Mediaset

È ormai guerra aperta quella che vede scontrarsi Belen Rodriguez e famiglia (Stefano Martino, la sorella Cecilia e il pupo Santiago) contro la potentissima matrona televisiva Barbara D’Urso.

La regina dei salotti trash è stata la prima a sferrare l’attacco con una copertura mediatica del matrimonio della showgirl che definire velenosa sarebbe usare un eufemismo.  

L’argentina ha risposo durante un’intervista doppia rilasciata alle Iene, durante la quale si è lasciata andare a un liberatorio “vaffanculo”. Tuttavia – sorpresa delle sorprese – il video è scomparso dopo poco dall’archivio online di Mediaset: in molti hanno visto in questa circostanza l’ombra lunga di Carmelita che, indispettita, avrebbe sganciato il suo ultimatum sui dirigenti della rete.

Ieri sera la passa è ripassata a Belen. Raggiunta dai microfoni di Striscia la notizia per la classica assegnazione di un tapiro a opera di Valerio Staffelli, la Rodriguez ha prima di tutto spiegato per l’ennesima volta la dinamica “dell’incidente della mancata cena offerta allo staff delle nozze”: “Stavano lavorando mentre noi mangiavamo, per cui era complicato farli sedere al tavolo degli sposi… insomma, li pagavamo pure, anche bene.

In ogni caso avevano mangiato prima.”

Quindi è passata direttamente a bomba sulla questione censoria:

Non so se mi hanno censurato per le luci della D’Urso, oppure perché ho detto della ninnananna della zia D’Urso, o perché l’ho mandata a quel paese. Però quando uno manda a quel paese la persona è libera di andarci oppure di rimanere dove sta.

E poi regala un motto che potrebbe diventare un proverbio, almeno in ambito catodico: “Meglio un bel vaffa sentito e sicuro che una diffamazione molto più lunga, più lenta e più subliminale che alla fine ti diffamano lo stesso.”

Aizzata da Staffelli, che evidentemente vorrebbe la rissa, Belen diventa la profeta del “vaffa”:

Non so la ninnananna, altrimenti la cantavo, così magari [Barbara] si addormenta in pace. La mia era ironia ma lei non l’ha saputa cogliere.

Non si può censurare un vaffa, un vaffa è lecito, è libertà di parola, non è reato.”

Chiudiamo infine con le ipotesi della conduttrice riguardo a quanto successo dietro le quinte: “Ha fatto una riunione ai piani alti e ha chiesto la censura perché non andava bene. Altrimenti avrebbe querelato sia Mediaset che la sottoscritta.”

Foto: Mediaset