Emma, Ermal Meta e Tiziano Ferro contro il Ministro Fontana

Olga Luce

Olga Luce, nata a Napoli nel 1982, è diplomata al liceo classico. Scrive di cronaca, costume e spettacolo dal 2014. Il suo motto è: il gossip è uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo (quindi tanto vale farlo bene)! Ha collaborato con Donnaglamour, Notizie.it e DiLei. Oggi scrive per Donnemagazine.it

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Artisti contro il Ministro Fontana, a poche ore dalle sue prime dichiarazioni ufficiali.

Freschissimo di nomina, il neo ministro leghista ha immediatamente fatto in modo da rendere noto il suo pensiero a proposito di un tema estremamente delicato e attuale come quello della famiglia e delle unioni civili. Strenuo difensore della famiglia naturale e del matrimonio cattolico, Lorenzo Fontana ha affermato che le famiglie arcobaleno non esistono e, per questo, ha sollevato reazioni indignate da parte di diversi esponenti del panorama artistico italiano.

Artisti contro il Ministro Fontana

Il coming out di Tiziano Ferro non è una notizia recente. Da allora, il cantante di Latina è diventato una delle icone più amate dell’orgoglio omosessuale non urlato, ma vissuto con semplicità e naturalezza. Negli ultimi tempi Ferro aveva anche reso noto ai media il suo grande desiderio di paternità, spiegando di sentirsi pronto, oggi, a ricoprire questo ruolo di enorme responsabilità.

Alle dichiarazioni di Fontana, il cantante ha risposto con uno screenshot di un’intervista rilasciata dal ministro leghista, affermando nella didascalia che non sente il bisogno del sostegno personale del ministro, ma che gli basterebbe non sentirsi più invisibile agli occhi della comunità istituzionale.

Ermal Meta è tra i maggiori protagonisti della scena artistica e televisiva italiana del 2018. Vincitore del Festival di Sanremo assieme a Fabrizio Moro e giudice esterno ad Amici 17. La sua opinione in merito alle affermazioni di Lorenzo Fontana hanno goduto quindi di un grande risalto mediatico. Il cantante ha scritto sui propri social, dopo una breve assenza dall’Italia:

Rientro oggi e leggo di dichiarazioni da parte del ministro Fontana che in nome del suo essere cristiano dichiara invisibili le unioni arcobaleno. Ma davvero credete che al buon Dio interessi come raggiungete l’orgasmo? Non gli interessa nemmeno di cosa vi rende felici, ma che siate felici. E allora Siate persone felici, di questo c’è bisogno. Di persone felici. A qualsiasi costo.

Emma Marrone: “Arrestateci tutti”

Tra gli artisti che si sono sempre fieramente schierati a sostegno dei diritti della comunità LGBT c’è Emma Marrone. La cantante al pari dei suoi colleghi non ha affatto gradito la presa di posizione così netta e oscurantista del neo ministro Fontana, e ha deciso di manifestare il proprio dissenso riproponendo sui suoi canali social una vecchia fotografia scattata durante un Gay Pride a Roma. Nella foto Emma tiene in braccio un bambino e canta in un microfono decorato da nastri colorati.

L’hashtag, che riprende il cartello che nella fotografia veniva esibito da una persona accanto a Emma, recita “arrestateci tutti”, una provocazione nei confronti della voce istituzionale del Paese e delle forze dell’ordine che nel prossimo futuro saranno alle dipendenze dirette di un altro ministro leghista: Matteo Salvini.

Il ministro Lorenzo Fontana

Prima di essere nominato Ministro per Famiglia e Disabilità, Lorenzo Fontana era stato eletto al parlamento Europeo assieme a Matteo Salvini e pare che in quella aule si sia fatto vedere assai poco, esattamente come il segretario del suo partito. Prima del termine del loro mandato i due hanno deciso di interrompere la loro attività parlamentare ma, durante il periodo della sua permanenza negli scranni di Bruxelles il Ministro Fontana ha dedicato quasi completamente il suo lavoro contro la persecuzione della religione Cristiana in Europa e nel mondo.

Oltre alla battaglia in difesa della religione Cristiana, Fontana ha portato avanti quella per il rilancio della natalità in Europa e nel 2016 ha proposto che la maternità surrogata e l’utero in affitto fossero pratiche equiparate in ambito giuridico alla compravendita di bambini (cioè alla tratta di esseri umani).