Amiche da morire: trailer e trama commedia nera di Giorgia Farina

Condividi

Pellicola tutta al femminile e tutta da ridere con Capotondi, Gerini e Impacciatore

In un panorama asfittico e fortemente tradizionalista (nonché molto maschilista, si tende a dimenticarlo) come quello della commedia italiana arriva domani nelle sale cinematografiche una boccata d’aria rappresentata da Amiche da morire, firmato dalla regista Giorgia Farina.

La ventottenne autrice – domani su queste pagine la nostra intervista – ha infatti messo in scena una pellicola i cui punti di forza sono la decisa e radicale prospettiva rosa, il rifiuto della volgarità becera a tutti i costi e la commistione di generi, trattandosi sì di una commedia ma incrociata col poliziesco e il noir, con frequenti puntate in uno humour nero raramente frequentato dal nostro cinema più leggero.

Un inedito trio di attrici forma il cast di protagoniste assolute del film, ambientato in un’isoletta siciliana ma girato in Puglia: la giovane Cristiana Capotondi, nei panni di una moglie dolce, impeccabile, e un po’ ingenua di un pescatore – rapinatore; l’eterna zitella Sabrina Impacciatore, autoimpostasi questa condizione a causa della superstizione del paese che la vede come una latrice di malasorte; e infine la sboccata professionista dell’amore Claudia Gerini, arrivata dal continente in cerca di un nuovo mercato prontamente trovato nella soddisfazione dei bisogni dei locali.

Le tre donne, unite da un crimine, dalla prospettiva di un guadagno segreto e dal segno di trovare la libertà sulla terraferma, costruiranno un’amicizia inizialmente di convenienza che però si trasformerà in un vero e proprio rapporto di solidarietà reciproca. A intralciare i loro piani solo il commissario Vinicio Marchioni molto lontano dalla sua immagine poliziesca abituale, qui nelle vesti di un impacciato e goffo uomo di legge convinto misogino dopo una grave delusione sentimentale.

Vi lasciamo con il trailer di questa interessante opera prima che – nel caso ce ne fosse bisogno, e in Italia tristemente potrebbe essere così – parrebbe dimostrare come sia possibile uno sguardo femminile non generato dal contrasto o dalla ripulsa esplicita di un dominio maschile, ma che si faccia semplicemente istanza autonoma e autosufficiente.