Chi era Alida Valli: storia dell’attrice italiana

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Nota per essere una delle più grandi attrici del panorama italiano, amata per la sua espressività, bellezza disarmante e sicurezza sul palco, Alida Valli è oggi un nome indimenticabile della storia del cinema in Italia.

Chi era Alida Valli

Alida Valli, nome d’arte di Alida Maria Altenburger von Marckenstein und Frauenberg (Pola, 31 maggio 1921 – Roma, 22 aprile 2006), è stata un’attrice italiana. Cresce con la madre istriana e il padre trentino noto per alcune discendenza aristocratiche e per essere un professore di filosofia e un critico musicale. La famiglia si trasferisce poi sul lago di Como abbandonando definitivamente la città natale di Alida. 

Si iscrive ai corsi del Centro sperimentale di cinematografia riuscendo così ad esordire sul grande schermo da giovanissima. Ottiene da subito parti importanti in film leggeri che vengono però amati molto dal grande pubblico e le permettono di diventare un’attrice di successo. Tra i suoi più grandi progetti di inizio carriera si ricordano “Mille lire al mese” e “Ore 9: lezione di chimica”. Durante gli anni del fascismo è una delle attrici più amate e viene ricordata anche per alcuni “film che parlano al cuore” come “Lucenelle tenebre”, “Catene invisibili” e “Stasera niente di nuovo”. 

L’inizio della carriera di Alida Valli

In questi anni sono numerosi i progetti cinematografici a renderla la stella dell’EIAR. Risalgono a questi anni “Manon Lescaut”, seguita da “Piccolo mondo antico” di Mario Soldati che partecipa al Festival del Cinema di Venezia e le permette di ottenere il premio di miglior attrice italiana. Con la morte del compagno arriva per lei un cambio di registro che la porta ad allontanarsi da una recitazione giocosa in favore della vera interpretazione.

Con l’influenza sempre più forte del fascismo alcuni suoi film vengono censurati nel 1942. Sotto le pressioni di Mussolini vengono infatti oscurati “Noi vivi” e “Addio Kira!” del regista Goffredo Alessandrini.

L’anno successivo si rifiuta di assecondare le volontà del duce e così, per non recitare in film di propaganda fascista, si nasconde a Roma insieme ad alcune amiche e colleghe.

Con la fine della dittatura e del secondo conflitto mondiate, ottiene un Nastro d’argento come miglior attrice per il ruolo di Eugenia Grandet nel film omonimo di Mario Soldati. Oltre a questo grande successo però, Valli può ormai vantarsi di essere stata notata dai registi internazionali.

Collabora infatti nel 1947 con Alfred Hitchcock per “Il caso Paradine” ma anche a fianco di Frank Sinatra per “Il miracolo delle campane” e con Orson Welles per “Il terzo uomo”.

Vita privata e grandi progetti di Alida Valli

I progetti negli Stati Uniti terminano però nel momento in cui smette di sopportare le manie di controllo verso gli attori e così torna in Italia dove partecipa a grandissimi successi come “Senso” di Luchino Visconti. Seguono altri progetti interessanti come “Il grido” di Michelangelo Antonioni, o “Edipo re” di Pier Paolo Pasolini. Con l’inizio degli anni ’70 mostra la sua grande versatilità collaborando con registi molto diversi tra loro come Giuseppe Bertolucci, Dario Argento o Valerio Zurlini.

Della vita privata di Alida Valli si può dire che nel suo primo periodo a Roma incontra Carlo Cugnasca, l’aviatore deceduto durante una missione in Libia. Successivamente conosce e sposa Oscar De Mejo con cui mette al mondo i figli Carlo e Larry. Tra le sue storie si ricorda anche quella con il collega Piero Piccioni negli anni cinquanta.