Chi è Aldo Vitali, tutto sul giornalista e suocero di Stefano Accorsi

Fabrizia Volponi

Fabrizia Volponi nata ad Ascoli Piceno nel 1985. Laureata in "Scienze Storiche" e in "Scienze Religiose", sono da sempre appassionata di lettura e di scrittura. Divoro libri e li recensisco sul mio Blog Libri: medicina per il cuore e per la mente. Lasciatemi in una libreria, possibilmente piccolina e vintage, e sono la donna più contenta del mondo.

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Aldo Vitali è il direttore di uno dei settimanali più famosi e apprezzati d’Italia: Tv Sorrisi e Canzoni.

Giornalista di successo, ha alle spalle collaborazioni molto importanti e di diverso genere: da Voce a Topolino passando per Max. Non solo, è anche il suocero di un attore molto amato, ovvero Stefano Accorsi.

Aldo Vitali: chi è?

Aldo Vitali, classe 1957, è nato a Lucca. Fin da piccolino ha avuto una spiccata passione per il giornalismo, tanto che, dopo il diploma, si è iscritto alla facoltà di Lettere presso l’Università degli Studi di Firenze.

Intervistato da Lorella Boccia nel salottino di Rivelo, ha raccontato così il suo esordio nel mondo del lavoro: “Da giovane ho calcato immeritatamente le scene… Volevo fare l’aiuto regista di Luca Ronconi… Andai a fare un colloquio e lui mi chiese a tradimento di recitare qualcosa. Recitai una poesia di Flaiano… fui scritturato e per 4 anni ho fatto quasi esclusivamente l’attore… poi ho fatto la tesi di laurea su Ronconi”.

Dopo questo primo periodo nei panni di attore, Aldo ha capito che nel suo cuore batteva un solo amore, quello per il giornalismo. La collaborazione che gli ha concesso di diventare una ‘grande firma’ è stata quella con Indro Montanelli, con cui ha lavorato fino al 1995. Vitali ha raccontato: “Ero stato alla Voce con Montanelli, poi mi sono trovato disoccupato… i giornali di destra non mi vedevano di buon occhio… i giornali di sinistra consideravano Montanelli il simbolo della borghesia… Sono arrivato a Topolino per puro caso.

Sono stati 3 anni e mezzo meravigliosi dove ogni minuto ti chiedevano idee”. Ed è così che si è ritrovato a vestire i panni di vicedirettore di Topolino. Successivamente ha lavorato per altre testate importanti come Max e GQ ed è infine arrivato a Tv Sorrisi e Canzoni, settimanale che dirige ancora con grande maestria.

La vita privata

Per quanto riguarda la vita privata, Aldo è sempre stato un uomo estremamente riservato. È sposato da molti anni con Simona e con lei ha messo al mondo Bianca.

Quest’ultima è una bellissima modella e attrice che, nel 2015, ha ‘detto sì’ a Stefano Accorsi. Vitali, grazie al grande amore tra la figlia e il genero, è nonno del piccolo Lorenzo. In merito all’attore e alla sua pargoletta ha dichiarato: “La decisione di mia figlia Bianca di intraprendere la carriera di attrice? Ha cominciato a fare la modella per grandissime griffe. Poi è stata chiamata per fare una parte in ‘1992’, che era la fiction di Stefano Accorsi.

Abbiamo iniziato a capire che qualcosa stava succedendo, mia moglie soprattutto… Mi ricordo che la prima volta che ho conosciuto Stefano, eravamo ad un casello autostradale. È una persona bellissima, sono molto contento che Bianca e Stefano si siano sposati”.

La cecità

Aldo, nel corso dell’intervista a Rivelo, ha confessato che è completamente cieco da un occhio, ma che il cruccio più grande della sua infanzia/adolescenza sono state le orecchie a sventola: “Per certi versi ho sofferto più per quello…

Ho avuto un’infanzia difficile. È una cosa per cui vieni preso molto in giro (le orecchie a sventola, ndr). Ricordo che avevo cinque anni e, parlando con mia madre, le dissi una frase del tipo: ‘Dall’occhio da cui non si guarda, ho un po’ male’. Ero convinto che fosse normale. Questo fatto portò a casa mia uno scompiglio enorme. Ormai era tardi per intervenire, ma i miei non si rassegnarono. Mi fecero sottoporre a delle vere e proprie torture.

C’era un dottore, a Milano, che io ribattezzai il dottor ‘Carogna’ per via di una certa assonanza con il suo vero cognome, che mi obbligava a tenere chiuso l’occhio buono e a ‘sforzarmi’ di vedere con l’altro. Mettevano delle graffette sulle palpebre e mi bombardavano con dei flash… Poi, finalmente, i miei genitori capirono che era meglio per tutti accettare questa cosa”. Vitali, con l’ingenuità tipica dei bambini, ha accettato la cecità perché era un problema che lo accompagnava fin dalla nascita e ha sempre guardato al futuro con molta speranza.