Scontro di civiltà e religione al cinema?
Tra i più controversi cineasti italiani, Renzo Martinelli sembra essere perennemente in lotta contro il mondo intero.
Contro la critica, che puntualmente stronca i suoi film, contro il “politicamente corretto”, che si accanisce contro le sue pellicole apertamente destrorse, filo-cattoliche e anti-islamiche e persino leghiste (si veda il flop Barbarossa), e contro se stesso, vista la perseveranza che muove il regista brianzolo.
Dopo il terribile tracollo della sua precedente opera, il succitato Barbarossa uscito ormai 4 anni fa, finito persino in alcune intercettazioni telefoniche che coinvolsero l’allora premier Silvio Berlusconi, Martinelli ritenta l’avventura cinematografica con questo 11 settembre 1683.
Un’opera che, come viene ricordato dal titolo e più volte nel film stesso, istituisce un parallelismo tra la storica Battaglia di Vienna e l’attentato alle Torri Gemelle del 2001.
Quello del 1863 fu in effetti uno scontro che decise come pochi altri le sorti del mondo. Agli opposti lati dello schieramento vi furono l’esercito polacco-austro-tedesco comandato dal re polacco Jan III Sobieski e quello appartenente all’Impero ottomano guidato dal Gran Visir Merzifonlu Kara Mustafa Pasha.
Una guerra di civiltà e di religione, sostiene Martinelli, che carica il ruolo avuto dal monaco cappuccino Marco da Aviano, difensore della cristianità e consigliere e guida spirituale dell’Imperatore Leopoldo I.
Nel cast troviamo troviamo alcuni attori molto conosciuti come F. Murray Abraham, attore feticcio di Martinelli che interpreta il religioso, Enrico Lo Verso (Kara Mustafa), Matteo Branciamore (Principe Eugenio di Savoia) e Jerzy Skolimowski, nel ruolo del Re Jan III Sobieski (quoque tu, amato Jerzy!!!).